Le sindromi mielodisplastiche hanno un impatto importante sulla qualità della vita dei pazienti. Un gruppo di ricercatori australiani ha eseguito un’analisi post hoc di due studi multicentrici sulla terapia modificante la malattia a base di azacitidina per i pazienti con sindrome mielodisplastica e leucemia mieloide acuta a basso numero di blasti, per identificare i fattori associati alla qualità della vita. I risultati sono stati pubblicati dalla rivista Leukemia and Lymphoma.
Sono stati inclusi 231 pazienti (età media 70 anni). Al basale, i livelli di emoglobina, ma non la conta dei neutrofili o delle piastrine, erano associati a una migliore qualità della vita globale e funzione fisica.
Durante la terapia, l’aumento dell’emoglobina è stato associato al miglioramento della qualità di vita e della funzione fisica. L’emoglobina iniziale più bassa era associata a punteggi più alti di dispnea e affaticamento, d’altra parte l’aumento dell’emoglobina era associato a un miglioramento della dispnea e dell’affaticamento.
Gli autori concludono osservando che “nei pazienti con sindrome mielodisplastica e leucemia promielocitica a basso numero di blasti, il livello di emoglobina è fortemente correlato con la qualità della vita globale, la funzionalità fisica, la dispnea e l’affaticamento, sia prima che durante la terapia a base di azacitidina“.