Una molecola che viene in genere rilasciata durante l’attività fisica intensa spegne l’appetito e può ridurre il consumo di cibo, favorendo la perdita di peso.
È quanto emerge da studio coordinato da ricercatori della Stanford University e del Baylor College of Medicine di Houston, in Usa, e pubblicato su Nature.
Volevamo capire come funziona l’esercizio fisico a livello molecolare per essere in grado di cogliere alcuni dei suoi benefici. Per esempio, le persone anziane o fragili che non possono fare abbastanza attività fisica, un giorno potrebbero trarre beneficio dall’assunzione di un farmaco che può aiutare a rallentare l’osteoporosi, le malattie cardiache o altre condizioni” – ha affermato in una nota il coordinatore dello studio Jonathan Long.
Nello studio, i ricercatori hanno sottoposto a un’indagine a tappeto il plasma di topi di laboratorio dopo che avevano svolto un’intensa attività fisica notando che la più importante alterazione indotta dal moto riguardava un aminoacido denominato Lac-Phe. In test successivi, effettuati su topi di laboratorio obesi, la somministrazione di una dose elevata di Lac-Phe ha ridotto del 50% l’assunzione di cibo; inoltre, la somministrazione della sostanza per 10 giorni è stata associata a una riduzione del peso corporeo e a un miglioramento della tolleranza al glucosio.
Il nostro prossimo passo sarà la ricerca di maggiori dettagli su come Lac-Phe media i suoi effetti nel corpo, inclusi quelli sul cervello. Il nostro obiettivo è imparare a modulare questi meccanismi per mettere a punto interventi terapeutici” – ha detto uno degli autori dello studio, Yong Xu.
An exercise-inducible metabolite that suppresses feeding and obesity | Veronica L. Li, Yang He, Kévin Contrepois, Hailan Liu, Joon T. Kim, Amanda L. Wiggenhorn, Julia T. Tanzo, Alan Sheng-Hwa Tung, Xuchao Lyu, Peter-James H. Zushin, Robert S. Jansen, Basil Michael, Kang Yong Loh, Andrew C. Yang, Christian S. Carl, Christian T. Voldstedlund, Wei Wei, Stephanie M. Terrell, Benjamin C. Moeller, Rick M. Arthur, Gareth A. Wallis, Koen van de Wetering, Andreas Stahl, Bente Kiens, Erik A. Richter, Steven M. Banik, Michael P. Snyder, Yong Xu & Jonathan Z. Long | Nature 606, 785–790 (2022). https://doi.org/10.1038/s41586-022-04828-5