L’intelligenza artificiale potrebbe essere in grado di diagnosticare precocemente il Parkinson scrutando una foto del fondo dell’occhio, esaminando piccole anomalie della retina. È la prospettiva rivelata in una ricerca presentata al meeting della Radiological Society of North America (RSNA).
Diretto da Maximillian Diaz, ingegnere biomedico presso la University of Florida a Gainesville, lo studio ha portato allo sviluppo di un software dell’intelligenza artificiale che è in grado di riconoscere un paziente con Parkinson anche in fase iniziale di malattia riscontrando piccole micro-anomalie retiniche, in particolare a carico del microcircolo vascolare della retina.
Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce milioni di persone nel mondo: in genere la diagnosi avviene tardivamente quando sono già comparsi i sintomi (tremori, rigidità muscolare, problemi di equilibrio e nei movimenti), quindi quando già il cervello del paziente ha subito non poche lesioni irreversibili.
Gli esperti ritengono che le anomalie retiniche compaiano in fase più precoce di malattia e che, quindi, fare la diagnosi con una foto della retina – oltre ad essere meno costoso, più facile, più rapido – potrebbe veramente consentire la diagnosi precoce e quindi una migliore gestione del paziente; da ultimo, potrebbe consentire di prevenire o comunque rallentare la progressione della malattia non appena si renderanno disponibili farmaci che contrastino la neurodegenerazione.
NOV 23, 2020, 05:00 ET – Radiological Society of North America (RSNA) – Eye Exam Could Lead to Early Parkinson’s Disease Diagnosis