Come risponde la giustizia quando un reato -anche grave- è commesso da un minore? Aggressioni, violenze sessuali, Cyberbullismo, reati di cui i minorenni possono essere autori oppure vittime. Due facce di una medaglia con risvolti delicatissimi, quando in campo si gioca l’evoluzione di un individuo in crescita. “Quando i ragazzi sbagliano: la giustizia minorile ed il ruolo dei media” è stato titolo e tema di un incontro formativo promosso dal Comune di Ferrara in collaborazione con il Tavolo Adolescenti (Ausl-Comune di Ferrara) e la Camera Minorile di Ferrara. Un tavolo di confronto aperto, che si è tenuto sabato 11 Febbraio a Ferrara, rivolto in particolare ad operatori sociali, giornalisti, avvocati ed educatori.
Il processo a carico di un minore non può seguire le stesse logiche di un processo penale di cui risponde un adulto. “La risposta sanzionatoria va certamente comminata- ha spiegato il Presidente del Tribunale per i Minori di Bologna Giuseppe Spadaro- ma da sola non basta. Occorre puntare su interventi ri-educativi, che facilitino assunzione di responsabilità ed acquisizione di consapevolezza da parte di chi è autore di reato. “Il carcere difficilmente rappresenta una soluzione sempre evolutiva, perché rischia di deviare ulteriormente un minore – ha proseguito Spadaro- è importante puntare sulla mediazione penale, sull’inserimento dei minori in comunità rieducative di recupero ”. “Un contenzioso penale che coinvolge un minorenne, deve essere un processo per il minore e non contro il minore – ha proseguito il numero uno del tribunale dei Minori di Bologna- e non può essere basato esclusivamente sui fatti. Se la risposta sanzionatoria è certamente giusta, da sola non basta, e può rivelarsi opportuno – valutando i diversi profili di personalità- manifestare a chi delinque, la sofferenza subita dalla vittima o dalla sua famiglia promuovendo un'assunzione di responsabilità e di consapevolezza.
“ E’ la sofferenza umana che fa crescere la società. E la sofferenza va sempre guardata in faccia. (G. Spadaro)”.
Il presidente del Tribunale per i Minori di Bologna si è espresso anche in merito alla proposta di legge che punta a cancellare i Tribunali per i minorenni per sostituirli con sezioni specializzate «per la persona, la famiglia e i minori» pressoi tribunali ordinari. “Il rischio è quello di una dispersione di compiti, competenze ed esperienze – ha tuonato Spadaro- l’unico processo che ci viene invidiato in tutto il mondo verrà probabilmente soppresso e questo perché non tira in ballo interessi economici ed il tutto nel totale silenzio da parte degli organi di stampa.”
Oltre a Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale per i Minorenni di Bologna, tra i relatori della giornata, anche Teresa Sirimarco, direttore USSM di Bologna ed Elena Buccoliero, Ufficio Diritti dei Minori del Comune di Ferrara e giudice onorario Tribunale per i Minorenni di Bologna.
Nell’intervento di Elena Buccoliero è stata presentata una riflessione critica sul contributo dei media nel riferire i fatti in maniera più o meno veritiera e nel costruire la pubblica opinione. Nell'occasione è stato presentato il kit didattico "Non era un gioco. Riflessioni e proposte didattiche sulla giustizia minorile", realizzato dal Comune di Ferrara in collaborazione con la Procura e il Tribunale per i Minorenni di Bologna e la Regione Emilia-Romagna. Un materiale pensato per aprire il dibattito con gruppi di adolescenti, nella scuola e nei luoghi d'incontro. Sono stati inoltre proiettati i video: "Come rinascere", una testimonianza diretta di un giovane sulla messa alla prova minorile, e la simulazione di un processo minorile dal titolo "Non era un gioco". Hanno introdotto l’incontro Chiara Sapigni, Assessore Servizi alla Persona, Comune di Ferrara e Giorgio Benini, Ufficio Sicurezza Urbana, Comune di Ferrara. Moderatore della tavola rotonda, Alessandro Zangara, Ufficio Stampa, Comune di Ferrara.