La positività a Sars-CoV-2 potrebbe essere rilevata anche attraverso l’olfatto dei cani. Ad affermarlo è uno studio condotto dai ricercatori della University Paris-Est di Maisons-Alfort, che hanno pubblicato su Plos One i dettagli della scoperta.
Allo stato attuale, per la diagnosi si utilizzano il campionamento nasofaringeo per RT-PCR, il test dell'antigene nasofaringeo o la RT-PCR della saliva per identificare l'agente patogeno. Il campionamento nasofaringeo per RT-PCR è il test di riferimento, ma presenta lo svantaggio di invasività e disagio (campionamento nasofaringeo) e/o ritardo (RT-PCR) nell'ottenimento del risultato.
«Durante la pandemia di Covid-19 testare le persone continua a essere un’azione chiave. La nostra ipotesi è basata sulla potenziale escrezione di VOC specifici nel sudore, indotta da azioni cellulari di SARS-CoV-2 che i cani possano rilevare. Un nuovo tipo di test rapido potrebbe dunque prendere in considerazione le capacità olfattive dei cani da rilevamento addestrati», spiega Dominique Grandjean.
Lo studio è stato condotto in due centri di screening per Covid-19: per ogni partecipante sono stati raccolti contemporaneamente due tamponi rinofaringei, uno di saliva e uno di sudore, e chi accompagnava i cani era in cieco rispetto allo stato di positività al Covid-19.
In totale sono stati testati 335 adulti, 143 sintomatici e 192 asintomatici.
Nel complesso, 109 sono risultati positivi al test rinofaringeo Pcr (78 su 143 sintomatici e 31 su 192 asintomatici). La sensibilità del rilevamento dei cani è stata del 97%, raggiungendo addirittura il 100% nei soggetti asintomatici rispetto alla Pcr rinofaringea. La specificità era del 91%, e ha raggiunto il 94% negli individui asintomatici. La sensibilità del rilevamento da parte dei cani è stata superiore a quella del test antigenico rinofaringeo, anche se la specificità è stata inferiore.