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Quando dobbiamo affrontare un cambiamento ci poniamo sempre una serie di domande su quanto tutto questo potrebbe essere favorevole o sfavorevole! Se poi il cambiamento riguarda le abitudini alimentari ,tutto diventa ancora più complicato; si ha paura di mangiare poco, di rinunciare ai gusti forti , di non riuscire nell’obiettivo … Di stare troppo in cucina ! Il cambiamento delle abitudini alimentari può essere lento o immediato. Il cambiamento immediato è causato principalmente da problemi di salute; alcuni cibi fanno male e per questo vanno eliminati. I problemi di salute sono, in genere, le motivazioni più valide che ci portano ad essere coerenti e costanti nel seguire un nuovo stile di vita. Può esserci qualche momento di debolezza ma immediatamente ci si rimette sulla retta via. Il cambiamento lento è graduale. Poco per volta rinunciamo ai cibi vietati per dare spazio ai cibi salutari. Questa gradualità, per chi riesce a raggiungere la meta, porta ad un risultato lungo e duraturo. Non è possibile stabilire a priori quale dei due modi di cambiare sia migliore , perché ognuno di noi ha la sua personalità e solo il consiglio di un nutrizionista può aiutare nel percorso cambiando ed adattando lo stato psicologico a quello alimentare. In tutti i casi colui che vuole cambiare abitudini alimentari deve avere una forte volontà e determinazione. Cambiare alimentazione, qualunque sia il motivo per cui si ritiene farlo, deve prevedere nuove regole semplici e compatibili con la nostra gestione del quotidiano; la collaborazione del nutrizionista diventa fondamentale nel ripartire le calorie nei vari pasti della giornata e adattare ogni pasto agli orari di lavoro o di studio. Inoltre il nutrizionista interviene nel consigliare menù gustosi e di facile preparazione e, per chi non riesce assolutamente a rinunciare ad un suo “alimento goloso”, la possibilità di adattare anche piccole dosi di golosità che possono aiutare il paziente a proseguire il percorso dietetico. Per mangiare in maniera più sana e comunque gustosa potremmo: -rieducare il nostro senso del gusto: rinnovare il modo di cucinare, ampliare la gamma di ingredienti, diminuire i cibi industriali per ritrovare i gusti naturali , inserire più erbe aromatiche. -eliminare gli esaltatori del gusto:ossia sostituire il glutammato monosodico ( il famoso dado da brodo) con le spezie naturali. -modificare l’approccio col cibo: pensare al cibo come un atto di amore verso noi stessi, prendersi cura del proprio corpo per guarire o migliorare. Cambiare il modo di mangiare può generare disapprovazione da parte di amici e parenti. Nulla deve distrarci dall’obiettivo! Il coinvolgimento del nucleo familiare è molto importante. Sono le mamme e le mogli le regine dei fornelli e vanno aiutate sia nella scelta del menù sia nell’approvvigionamento dei viveri. Cambiare il modo di mangiare non significa vivere isolati , non concedersi un pasto al ristorante con gli amici o una festa di compleanno;significa invece, poter condividere il nostro tempo o i nostri spazi con gli altri sapendo cosa scegliere e quanto mangiare per non sbagliare regime dietetico. Quando, chi ci frequenta, non giustifica il vostro cambiamento per una motivazione estetica , non avrà nulla da obiettare verso un problema di salute (che voi sarete bravi ad “inventarvi” al momento giusto!). Coloro che non hanno molto tempo per cucinare o per fare la spesa, possono utilizzare cibi surgelati non precotti o ricette semplici e veloci (tipiche della cucina mediterranea) senza dover rinunciare ad una alimentazione sana. Una particolare attenzione la rivolgo ai genitori che hanno ancora bambini piccoli:loro hanno una responsabilità maggiore perché ogni volta che mangiano insegnano, ossia i bambini ci osservano e ci giudicano, imparano da noi le buone o le cattive abitudini: Quindi se amiamo i nostri figli abbiamo il dovere di cambiare noi stessi per ottenere uno stato di salute ottimale anche per loro.
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