A proposito dell’Ictus cerebrale

Venerdì, 28 Ottobre 2022

 

Il 29 ottobre si celebra la Giornata Mondiale contro l’Ictus cerebrale che in Italia rappresenta la prima causa assoluta di disabilità, la terza di morte.

È una lesione acuta del cervello che si verifica in seguito alla riduzione o all'interruzione, dell'afflusso di sangue al cervello, e alla conseguente morte delle cellule cerebrali. Si distinguono due forme: la più frequente, l'ictus ischemico che rappresenta l’80% di tutti gli ictus si verifica quando un coagulo di sangue ostruisce un'arteria che porta sangue al cervello portando alla morte delle cellule nervose da essa nutrite. L’altra forma è l'ictus emorragico causato dalla rottura di un'arteria. In ogni caso, il fattore tempo è indispensabile perché un intervento rapido può ridurre al minimo i danni al cervello, con tutte le conseguenze del caso.

I sintomi prevalenti sono: perdita di controllo del movimento in una metà del corpo (emiparesi/emiplegia); disturbo del linguaggio (afasia); deficit dell’equilibrio; disturbo della visione (emianopsia). Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad un ictus guarisce completamente, il 75% sopravvive con una qualche forma di disabilità, e di questi la metà è portatore di un deficit così grave da perdere l’autosufficienza per il resto della loro vita. Ma un miglioramento della qualità della vita è possibile grazie alle Neuroscienze®. Negli ultimi anni numerosi studi sperimentali hanno dimostrato che affiancando alle procedure di riabilitazione neuromotoria standard, stimolazioni elettriche o magnetiche delle aree cerebrali interessate dall’ictus si ottengono risultati migliori e in tempi più rapidi.

In uno studio che ho portato avanti con l’Istituto San Celestino abbiamo dimostrato l’efficacia della stimolazione transcranica nell’accelerare il recupero della funzione del linguaggio a seguito di un ictus ischemico. L’afasia post ictus è tra le problematiche più comuni conseguenti all’evento, secondo i dati fino al 40% dei sopravvissuti la riporta. Nello studio abbiamo dimostrato che sottoporre i pazienti a sedute di stimolazione magnetica transcranica statica, unite al trattamento di riabilitazione logopedica e neuropsicologica previsto nei casi di afasia post-ictus, porta a un miglioramento della capacità di linguaggio più rilevante rispetto a quello ottenuto con la sola logopedia. I pazienti sottoposti ad entrambi i trattamenti hanno infatti attenuato i loro problemi di articolazione, aumentato fluidità nel linguaggio e migliorato la comprensione e l’accesso al lessico.

Tra i più recenti c’è anche lo studio coordinato dall’Università Cattolica e l’IRCCS San Raffaele che ha dimostrato la possibilità di favorire il recupero dell’arto paralizzato a seguito di un ictus e potenzialmente ridurre la disabilità associata all’evento cerebrovascolare, applicando una piccola corrente indolore mediante un dispositivo non invasivo, semplicemente applicato sul capo, ma in grado di raggiungere attraverso il cranio le strutture cerebrali sottostanti e di modificarne l’eccitabilità.

Gli studi vanno tutti nella stessa direzione, confermano che oggi dopo l’ictus, grazie alle biotecnologie di riabilitazione cerebrale, si può ottenere un miglioramento delle condizioni e quindi della qualità della vita. Inoltre, oggi esistono apparecchiature pensate anche per terapie domiciliari, ad uso domestico, questo potenzia ulteriormente le capacità di riorganizzazione neurale attorno alla lesione e quindi di recupero funzionale nelle attività del quotidiano. Non va dimenticato però che anche nella riabilitazione è importante il fattore tempo: nelle otto settimane successive ad un ictus si possono avere processi di recupero della funzione anche molto significativi, dopo questo periodo, invece, il recupero ulteriore risulta abbassarsi.

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