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In questo gruppo parliamo di Omeopatia e medicine alternative. Qui potrai:
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L'omeopatia (dal greco ὅμοιος, simile, e πάθος, sofferenza) è metodo terapeutico alternativo, i cui principi teorici sono stati formulati dal medico tedesco Samuel Hahnemann verso la fine del XVIII secolo.
Alla base dell'omeopatia vi è il cosiddetto principio di similitudine del farmaco ("similia similibus curantur"), concetto privo di fondamento scientifico enunciato dallo stesso Hahnemann, secondo il quale il rimedio appropriato per una determinata malattia sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. Tale sostanza, detta anche "principio omeopatico", una volta individuata viene somministrata al malato in una quantità fortemente diluita; la misura della diluizione è definita dagli omeopati potenza.
Come evitare isterectomie non necessarie
Un modello virtuoso basato su 10 capisaldi per affrontare in maniera sistematica quella che ormai è "una malattia sociale": i fibro-miomi uterini.
Gli ultimi dati disponibili indicano un fenomeno che necessita di essere risolto: più di 3 milioni di donne coinvolte in Italia, una donna su quattro colpita in età fertile, il 33% sono tra i 40 e i 60 anni, il 18% tra i 30 e i 40 e il 4% tra i 20 e i 30 anni.
Preoccupanti sono i dati sulle isterectomie inutili. Secondo il Piano Nazionale Esiti 2016 (PNE) degli ultimi 5 anni, delle 70.000 procedure di isterectomie effettuate in Italia ogni anno, ben il 75% sono state fatte per malattie benigne come metrorragie o miomi, meno frequentemente per prolasso e neanche il 18% per un cancro.
Inoltre, i dati evidenziano un incrementarsi dei casi nei piccoli centri, in famiglie di basso ceto sociale e nel Sud Italia. Anche da un punto di vista economico il risparmio per il sistema sanitario nazionale sarebbe di circa 194 milioni di euro a cui ovviamente sarebbe da detrarre il costo della terapia alternativa.
Embolizzazione, terapia medica o chirurgica: come procedere?
Stefano Lello della Fondazione del Policlinico Gemelli di Roma risponde: "Il panorama delle tipologie di fibromiomatosi è vastissimo e variegato e non in tutti i casi è necessario intervenire, né tantomeno in modo demolitivo. Va quindi lasciato spazio alla valutazione del caso specifico da parte del medico (per numero di fibromi, tipologia, età della paziente, aspettative)".
Il prof. Ivan Mazzon sottolinea quanto sia importante "fermare il dilagare di isterectomie improprie e interventi chirurgici inutili, salvaguardare l'utero e procedere al trattamento solo di casi sintomatici. Quindi, largo alle tecniche più innovative ma conservative come la chirurgia isteroscopica o la miomectomia ad ansa fredda. Laddove si debba invece per forza procedere con un'isterectomia, l'invito è a ridurre quelle in via laparotomica e aumentare quelle in via endoscopica".
Proprio secondo questa filosofia, sono state messe a punto di recente alcune "Linee Guida/Raccomandazioni sulla diagnosi e trattamento delle Fibromiomatosi" dall'Aogoi
(Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani), SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia), AGUI (Associazione Ginecologi Universitari Italiani), con il coordinamento della Fondazione C. Ragonese.
"Si tratta di una pubblicazione con raccomandazioni su come inquadrare le diverse situazioni cliniche - spiega Enrico Vizza, il segretario regionale Aogoi che ha coordinato il panel di esperti - e procedere per ogni singolo caso con un approccio personalizzato, tenendo conto dei continui aggiornamenti della ricerca medica e farmacologica".
"Di qui la necessità -conclude Rodolfo Lena - di avviare un tavolo tecnico, realizzare una piattaforma web che informi il paziente sui centri di eccellenza (in base ai numeri di pazienti curati/operati), le best practice, le terapie innovative e i percorsi guidati diagnostico-terapeutici identificati sulla base delle Linee guida, oltre ad una campagna di informazione per i cittadini con una giornata dedicata al check up gratuito ginecologico".
Il portale www.okmedicina.it potrebbe fornire un valido strumento di aiuto per rispondere alle domande delle donne su questo problema e trovare i migliori percorsi terapeutici.
I DIECI CAPISALDI Dl UN MODELLO VIRTUOSO DA ATTUARE COME BEST PRACTICE
PRIMA NELLA REGIONE LAZIO E POI SUL TERRITORIO NAZIONALE
lndagine epidemiologica sul fenomeno
Apertura di un tavolo tecnico sul tema dei fibromi
No ad isterectomie improprie e ad interventi chirurgici inutili. Sì ad intervenire solo su casi sintomatici
Condivisione, adesione e diffusione delle linee guida sul trattamento dei fibro-miomi uterini realizzate da AOGOI, AGUI e SIGO, con il coordinamento della Fondazione C. Ragonese
La scelta finale sulla terapia da adottare spetta al medico
Preferenza a tecniche innovative che tutelano l'integrità dell'utero e della donna
Ridurre le isterectomie inutili e gli sprechi per la sanitàAvvio di una Campagna di informazione
Istituzione di una giornata di prevenzione sui fibro-miomi uterini
Ideazione di un sito web dedicato al tema con percorsi guidati diagnostico-terapeutici
la Dieta dei gruppi sanguigni non è scientificamente provata ed è tutta basata su credenze e non evidenze scientifiche. Bisogna stare alla larga dal mondo delle cure miracolose
Nell attesa di avere tutti gli esami. ...stia tranquilla e prenda delle tisane calmanti. ...con melissa tiglio camomilla. ...vedrà che andrà meglio
Il rimedio che sta assumendo non è completamente omeopatico ed anzi si avvicina, per il suo utilizzo, più ai farmaci allopatici che a quelli omeopatici. Solo una cura omeopatica ben fatta può essere veramente priva di effetti secondari, che in gravidanza ovviamente devono essere oltremodo evitati. Un approccio dunque complesso, in relazione proprio alla complessità psicofisica dell'organismo umano, può curare presto e bene sintomi di allergia, ma poichè si rivolge allo studio di molteplici aspetti dell'individuo, di cui il sintomo locale è solo quello più evidente, necessita, come potrà ben capire, di una visita preliminare.
Rispondo in qualità di omeopata, dicendole che i due prodotti non sono propriamente omeopatici, e quindi non posso dirle se effettivamente efficaci. Per un giudizio più appropriato in merito, le consiglio quindi di rivolgersi ad un fitoterapeuta. L'omeopatia, infatti, è un sistema di cura decisamente più complesso, che cura sintomi e disturbi come aspetto più evidente di un disordine funzionale di tutto l'organismo. Per cui rispetta sempre la naturale complessità psicosomatica della persona, trattandola come essere indivisibile di psiche e corpo e, come tale, utilizza rimedi estremamente individualizzati e quindi causali piuttosto che semplicemente sintomatici. Inoltre ai dosaggi che utilizza, se ben prescritta, è atossica.
Dal punto di vista omeopatico, casi come questo possono avvalersi solo di una consulenza ambulatoriale capace di valutare il caso nella sua globalità ed individualità, così da riuscire a trovare una sequenza di rimedi capaci progressivamente di migliorare il quadro complessivo della signora, e così anche di ritardare l'evolutività della sua malattia.
Gentile Dott.ssa la ringrazio per la risposta. Coi fiori di Bach ho già provato ma non in modo discontinuo, quindi non posso giudicarli. Per quel poco che li ho usati ho trovato un beneficio al momento dell'assunzione ma poi l'effetto passava. Ho sentito da amici del litio oligoelemento. Lei cosa ne pensa? Cordiali saluti.