L'Associazione Italiana di Fisica Medica (Aifm) ha redatto un documento contenente alcune definizioni, esempi e domande più ricorrenti sul tema...
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L'oncologia (dal greco óncos, massa e logos, studio) è la branca della medicina che concerne lo studio e il trattamento dei tumori. Neoplasia (dal greco "neo", nuovo, e "plasìa", formazione) è la proliferazione anomala e incontrollata di cellule in un tessuto o in un organo del corpo. La maggior parte delle neoplasie proliferano a formare masse (più o meno) distinte dalla zona in cui sorgono. In questo senso il termine neoplasia è usato come sinonimo di tumore (dal latino "tumeo", gonfio).
Il termine cancro è solitamente impiegato come sinonimo di neoplasia maligna. La forma di cancro più frequente è il carcinoma, una classe di tumori maligni che sorgono dalle cellule epiteliali nella pelle, nel tratto gastrointestinale e in altri organi interni (qualora interessi gli epiteli ghiandolari si parla di adenocarcinoma).
A titolo di esempio di forme di cancro diverse dal carcinoma, possono essere menzionati i sarcomi, che derivano da cellule dei tessuti molli (muscoli, vasi sanguigni, tessuto adiposo) e delle ossa, i gliomi, che risultano dalla trasformazione delle cellule gliali del Sistema nervoso centrale, i linfomi, che derivano dalla trasformazione neoplastica dei linfociti, il melanoma che deriva dalla trasformazione neoplastica dei melanociti della cute o di altri organi.
L'Associazione Italiana di Fisica Medica (Aifm) ha redatto un documento contenente alcune definizioni, esempi e domande più ricorrenti sul tema "Radiazioni, radioattività e radioprotezione", termini di cui il pubblico spesso non conosce il significato. Un tema che desta preoccupazione e paura tra i pazienti e i non addetti ai lavori, impiegando un linguaggio autorevole e rigoroso ma al tempo stesso di facile comprensione. Qui i pazienti trovano le risposte alle loro domande
Le radiazioni ionizzanti sono radiazioni in grado di causare, nei materiali attraversati, la ionizzazione degli atomi, ovvero la perdita di uno o più elettroni, che rende l'atomo carico di ioni. Alla ionizzazione segue la formazione di radicali liberi fortemente ossidanti, che sono alla base degli effetti biologici e dei danni che conseguono all'esposizione.
Un esame diagnostico con risonanza magnetica non espone a radiazioni ionizzanti, perché le radiazioni elettromagnetiche impiegate in questo caso non ionizzano. Neppure l'ecografia espone a radiazioni ionizzanti, perché è basata sugli ultrasuoni, che sono onde meccaniche.
Invece un esame in Medicina Nucleare (PET, scintigrafia) invece, fa diventare temporaneamente radioattivi, perché' il radiofarmaco utilizzato "permane nel corpo del paziente come contaminazione interna per un periodo che può andare da qualche ora a qualche giorno". Durante tale periodo il paziente emette radiazioni che possono esporre le persone che stanno loro vicine e l'ambiente (attraverso sudore, urina), e anche contaminarlo. Per ridurre il rischio, si deve ridurre al minimo il tempo di contatto, aumentare quanto possibile la distanza, o anche interporre delle schermature (anche pareti).
Per rispondere alla domanda se la radioterapia rende radioattivi, bisogna fare una distinzione: quella con fasci esterni, ad esempio per curare il tumore della mammella non rende radioattivi; quella fatta con radiofarmaci, ad esempio per la terapia del carcinoma tiroideo, è una procedura di Medicina Nucleare, e comporta rischi simili per tipologia a un esame di Medicina Nucleare, ma superiori per la quantità di radiofarmaco impiegato.
Anche la contaminazione può essere di due tipi. Va distinta infatti una contaminazione esterna che consiste nella deposizione di nuclei radioattivi su vestiti o pelle (può capitare accidentalmente ad addetti ai lavori) e si risolve con procedimenti di lavaggio; quella 'interna' se consiste nell'introduzione all'interno dell'organismo per inalazione di gas o polveri radioattive o ingestione di cibi o bevande contaminati o attraverso ferite contaminate. Questa occasione è più rara, ma può accadere, in caso di incidenti nucleari o detonazione di ordigni con questo tipo di cariche. In questo caso, naturalmente, è più difficile eliminarla.
Il testo lo trovi qui afianco dell'articolo o su:
https://www.fisicamedica.it/wp-content/uploads/Documenti/I%20temi%20della%20fisica%20medica/Glossario%20Radiazioni.pdf
Anche io vorrei far partecipare mio padre alla terapia sperimentale con Nivolumab. Come fare, sono disperata
SICURAMENTE CLINICA OTORINO UNIVERSITARIA CHE IL SUPPORTO DELLA ONCOLOGIA UNIVERSITARIA DI PISA... facci sapere
Salve. ..nella zona della Campania. ..molto valido rimane il policlinico di Napoli. ..a mio avviso
Salve. ...io seguirei il consiglio dell oncologo. ...e sentirei il parere di un oculista. ...
Gentilissima dott. ssa Camodeca, ho effettuato la cistoscopia a gennaio con esito negativo. L' urologo ha programmato la prossima per la fine di luglio. Ho chiesto se 6 mesi non fossero troppi : mi ha risposto di no proponendomi, medio tempore, una uro-tc (rispetto alla quale ho qualche dubbio, essendo la quarta tac con contrasto in un anno e mezzo) Ho anche chiesto se fosse opportuno procedere con instillazioni di BCG o ,meglio, di mitomicina: Anche in questo caso la risposta è stata negativa in base alla considerazione che tali instillazioni hanno senso solo se effettuate entro due o massimo tre settimane dall'intervento. Lei cosa ne pensa?
La ringrazio e La saluto cordialmente