Il tumore al pancreas è una patologia non molto diffusa, ma insidiosa e difficilmente curabile, se diagnosticata in uno stadio avanzato. Resta...
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Il cancro al collo dell'utero è il quarto tumore più comune tra le donne a livello globale, con una stima di 604.000 nuovi casi e 342.000 decessi nel 2020, di cui circa il 90% si verifica nei Paesi a basso e medio reddito. Lo rileva Oms
Il tumore al pancreas è una patologia non molto diffusa, ma insidiosa e difficilmente curabile, se diagnosticata in uno stadio avanzato. Resta...
Tumori in forte crescita
Il trend di ripresa dei tumori parrebbe legato anche agli stili di vita scorretti, come il fumo, il consumo di alcol, la sedentarietà e l'obesità. Il risultato è nelle cifre: nel 2022, in Italia, sono stimate 390.700 nuove diagnosi di cancro (nel 2020 erano 376.600), 205.000 negli uomini e 185.700 nelle donne. Il più diffuso resta il carcinoma della mammella, seguito da quello al colon-retto, al polmone, alla prostata e alla vescica. C’è la certezza che la pandemia abbia lasciato un traccia pesante, insomma, ma anche che, ad eccezione dell'abitudine al fumo di sigaretta che continua la sua lenta riduzione da oltre un trentennio, negli ultimi due anni i fattori di rischio comportamentali abbiano subito un peggioramento.
Cellule in 3D senza l’uso di coloranti chimici o anticorpi marcatori: uno studio internazionale, guidato da ricercatori italiani dell’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti “E. Caianiello” (Isasi) del Consiglio nazionale delle ricerche, dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e del CEINGE – Biotecnologie Avanzate Franco Salvatore, ha scoperto il sistema per fare la TAC ad ogni singola cellula distinguendo le sane dalle malate, senza alternarne la conformazione e riducendo il margine di errore nell’interpretazione umana dei dati. Si tratta di una tomografia olografica a flusso in grado di misurare proprietà biofisiche strettamente connesse allo stato della cellula, ottenute mediante tecniche computazionali, che potrebbe determinare una svolta molto significativa nella diagnosi precoce dei tumori e nella sperimentazione di nuovi farmaci per uso terapeutico.
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L'oncologia (dal greco óncos, massa e logos, studio) è la branca della medicina che concerne lo studio e il trattamento dei tumori. Neoplasia (dal greco "neo", nuovo, e "plasìa", formazione) è la proliferazione anomala e incontrollata di cellule in un tessuto o in un organo del corpo. La maggior parte delle neoplasie proliferano a formare masse (più o meno) distinte dalla zona in cui sorgono. In questo senso il termine neoplasia è usato come sinonimo di tumore (dal latino "tumeo", gonfio).
Il termine cancro è solitamente impiegato come sinonimo di neoplasia maligna. La forma di cancro più frequente è il carcinoma, una classe di tumori maligni che sorgono dalle cellule epiteliali nella pelle, nel tratto gastrointestinale e in altri organi interni (qualora interessi gli epiteli ghiandolari si parla di adenocarcinoma).
A titolo di esempio di forme di cancro diverse dal carcinoma, possono essere menzionati i sarcomi, che derivano da cellule dei tessuti molli (muscoli, vasi sanguigni, tessuto adiposo) e delle ossa, i gliomi, che risultano dalla trasformazione delle cellule gliali del Sistema nervoso centrale, i linfomi, che derivano dalla trasformazione neoplastica dei linfociti, il melanoma che deriva dalla trasformazione neoplastica dei melanociti della cute o di altri organi.
Il tumore al pancreas è una patologia non molto diffusa, ma insidiosa e difficilmente curabile, se diagnosticata in uno stadio avanzato. Resta attualmente al quinto posto per mortalità (è tra i cosiddetti "big killer"), ma si stima che nei paesi occidentali possa diventare la seconda causa di morte, entro il prossimo decennio.
Per quanto concerne la mortalità nel 2021 si sono registrati in Italia 12.900 decessi, mentre dati sull'incidenza parlano di circa 14.500 nuove diagnosi nel 2022 (uomini 6.600, donne 7.900).
Il dottor Raffaele Manta, Direttore della UOC di Endoscopia Digestiva dell'Azienda Toscana nord ovest e consigliere nazionale AIGO, l'Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti digestivi Ospedalieri che riunisce oltre 2mila medici specializzati, ha risposto a curiosità e dubbi su questa patologia.
Quanto è frequente il tumore del pancreas?
Per quanto non particolarmente frequente, rappresentando circa il 3% di tutte le neoplasie, il tumore del pancreas è la quinta causa di decesso per patologia oncologica in assoluto, con una probabilità di sopravvivenza a 5 anni inferiore al 10%. Tuttavia, l'incidenza è in rapida crescita nei Paesi occidentali e si stima che per il 2030 diventerà la seconda neoplasia per frequenza dopo il cancro del colon-retto. Sebbene colpisca prevalentemente le persone anziane, il 10% dei casi di tumore pancreatico viene diagnosticato in soggetti con un'età inferiore ai 55 anni.
Chi colpisce?
Come per la maggior parte dei tumori, non esiste una singola causa ben definita. Esistono abitudini che aumentano il rischio, come il fumo di sigaretta e l'eccessivo introito di alcol, così come il diabete o l'obesità.
D'altra parte, la dieta gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione di questa malattia in quanto è stato dimostrato che un'alimentazione ricca di frutta, verdura e di farine integrali, così come una riduzione del consumo di carni rosse, grassi saturi e cibi ad alto contenuto di zucchero, si associano a un effetto protettivo sul tumore pancreatico, oltre che sulle malattie cardiovascolari e altre neoplasie. Nel 5-10% dei casi, la malattia può essere legata a fattori ereditari e per questi soggetti esistono protocolli di screening basati su diverse metodiche, come l'ecografia e la risonanza magnetica.
Quali sono i sintomi?
Purtroppo, il tumore del pancreas, almeno nelle sue fasi iniziali, insorge con sintomi subdoli e aspecifici come la perdita dell'appetito, il calo di peso e un dolore progressivamente ingravescente nella parte alta dell'addome che si irradia spesso alla schiena con alterazioni degli esami ematici del pancreas. Pertanto, la neoplasia viene sospettata tardivamente e la diagnosi è spesso posta in uno stadio di malattia già avanzato e non curabile in maniera radicale.
Come si fa la diagnosi?
Quando vi è un sospetto clinico, gli esami ematici e l'ecografia sono gli esami di primo livello che vanno integrati, laddove necessari, con esami di secondo livello come la risonanza magnetica e l'ecoendoscopia. In particolare, quest'ultima, che consiste nell'effettuare un'ecografia dall’interno con una sonda posizionata su uno strumento endoscopico simile al gastroscopio, permette di ottenere una visualizzazione estremamente dettagliata del pancreas e di effettuare all’occorrenza prelievi bioptici mirati su sospette masse tumorali. Negli ultimi anni, inoltre, sono allo studio delle metodiche per la diagnosi precoce non invasiva attraverso il prelievo di sangue, test che permettono di identificare frazioni circolanti di DNA (microRNA) e proteine prodotte dalle cellule tumorali e circolanti nel sangue del malato già negli stadi iniziale di malattia e che in un prossimo futuro potranno essere applicate su larga scala non solo negli individui con rischio familiare, ma in tutti i soggetti con rischio aumentato per causa patologica o ambientale.
Quanto è curabile?
Per tutte le neoplasie riuscire ad intervenire in uno stadio precoce della malattia è fondamentale. Questo è particolarmente vero per il cancro del pancreas. Infatti, l'asportazione chirurgica del tumore non è sempre fattibile e l'intervento è complesso anche se, quando effettuato in centri specializzati ad alto volume, può essere eseguito anche in laparoscopia, lasciando cicatrici minime al paziente. Inoltre, la neoplasia del pancreas è caratterizzata da un elevato tasso di recidiva post-chirurgica (fino al 70-80% entro i 5 anni) e da una scarsa risposta biologica ai trattamenti chemioterapici. Tuttavia, anche le terapie oncologiche hanno mostrato un notevole miglioramento nel fermare la progressione delle forme avanzate di malattia grazie all'introduzione degli anticorpi monoclonali ed alla possibilità di studiare le mutazioni genetiche delle cellule neoplastiche così da selezionare gli agenti chemioterapici più efficaci. Infine, negli ultimi anni, l'utilizzo dell'ecoendoscopia, di cui abbiamo accennato in precedenza, permette di effettuare nei pazienti non operabili dei trattamenti locali mirati direttamente sul tumore con radiofrequenze, terapia termica e chemioterapica, che mostrano promettenti risultati sulla sopravvivenza e la qualità di vita del paziente.
Anche io vorrei far partecipare mio padre alla terapia sperimentale con Nivolumab. Come fare, sono disperata
SICURAMENTE CLINICA OTORINO UNIVERSITARIA CHE IL SUPPORTO DELLA ONCOLOGIA UNIVERSITARIA DI PISA... facci sapere
Salve. ..nella zona della Campania. ..molto valido rimane il policlinico di Napoli. ..a mio avviso
Salve. ...io seguirei il consiglio dell oncologo. ...e sentirei il parere di un oculista. ...
Gentilissima dott. ssa Camodeca, ho effettuato la cistoscopia a gennaio con esito negativo. L' urologo ha programmato la prossima per la fine di luglio. Ho chiesto se 6 mesi non fossero troppi : mi ha risposto di no proponendomi, medio tempore, una uro-tc (rispetto alla quale ho qualche dubbio, essendo la quarta tac con contrasto in un anno e mezzo) Ho anche chiesto se fosse opportuno procedere con instillazioni di BCG o ,meglio, di mitomicina: Anche in questo caso la risposta è stata negativa in base alla considerazione che tali instillazioni hanno senso solo se effettuate entro due o massimo tre settimane dall'intervento. Lei cosa ne pensa?
La ringrazio e La saluto cordialmente