La visita dal dentista, il compleanno dell’amico, la pentola sul fuoco. Può capitare a un certo punto di rendersi conto di dimenticare cose e scatta...
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Il 5 dicembre, in occasione del 52° Congresso della SIN (Società italiana di Neurologia), che si terrà a Milano dal 3 a 6 dicembre presenterò lo...
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La neurologia è una specializzazione della medicina che studia le patologie del sistema nervoso centrale (cervello, cervelletto, tronco encefalico e midollo spinale); del Sistema periferico somatico (radici e gangli spinali, plessi e tronchi nervosi) e del Sistema nervoso periferico autonomo (gangli simpatici e parasimpatici, plessi extraviscerali e intraviscerali).
In questo gruppo parliamo dei problemi riguardanti la neurologia. Qui potrai inserire le tue domande,
chiarire i tuoi dubbi,leggere gli articoli degli specialisti, contattare i medici,segnalare le strutture sanitarie specializzate,
commentare i messaggi degli utenti, mettere 'mi piace', raccontare la tua esperienza personale e scambiare informazioni con persone che condividono la tua stessa malattia.
La visita dal dentista, il compleanno dell’amico, la pentola sul fuoco. Può capitare a un certo punto di rendersi conto di dimenticare cose e scatta subito un campanello d’allarme: sarà l’inizio di un problema serio? Il più delle volte è lo stress a giocare brutti scherzi, ma guai a liquidare il problema con è “soltanto” stress.
La memoria è strettamente legata all’attenzione: possiamo pensarla come un faro di un palcoscenico che illumina una porzione, nel buio succedono tante cose ma non essendovi “luce” non le guardiamo. Ecco, possiamo memorizzare soltanto ciò che è sotto la nostra “luce-attenzione”. Quando dimentichiamo qualcosa l’80% delle volte si tratta semplicemente di parti a cui non abbiamo prestato sufficiente attenzione e la causa principale è appunto lo stress che, alla lunga, danneggia tutto l’organismo.
I danni dello stress
In situazioni di stress si attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e si ha il conseguente rilascio da parte della ghiandola surrenale di cortisolo, il famoso ormone dello stress. Ciò che viene innescato nel cervello è legato alla struttura dell’ippocampo, l’area associata alla memoria e alle emozioni, che perde volume e comincia a restringersi. Lo stress altera anche la circolazione del sangue nel cervello che così riceve meno nutrienti e meno ossigeno, portandoci a correre un rischio maggiore di patologie cerebro vascolari. Con un rilascio costante di cortisolo si ha inoltre una ridotta produzione di endorfine, che si traduce in perdita di piacere e interesse nelle cose, quindi appiattimento emotivo. Infine, si registra un’alterazione dei cicli sonno-veglia, che porta a periodi di insonnia o notti caratterizzate da continui risvegli e sonno poco ristoratore. Non solo: la maggior parte delle malattie neurologiche è legata a stati di infiammazione, detta anche neuroinfiammazione, che si cronicizza nel tempo.
Le cause più comuni di perdita di memoria
Dai 20 anni in poi, progressivamente, la memoria subisce dei cambiamenti. Le cause più comuni di perdita di memoria sono correlate all’età. Più andiamo avanti con l’età più c’è bisogno di tempo per rievocare determinati eventi o informazioni. Diverso è il caso di Deficit cognitivo lieve che comporta difficoltà nel ricordare conversazioni recenti, appuntamenti importanti, eventi sociali. Chi ne è colpito però solitamente ricorda gli eventi passati. Il Deficit cognitivo lieve, poi, può evolvere o meno in Demenza. Se succede, la memoria a lungo termine diventa difficoltosa: si dimenticano interi eventi e si perde la cognizione del tempo. Una caratteristica della Demenza è che chi ne è affetto non ne ha consapevolezza, al contrario di chi ha perdite di memoria riconducibili alla Depressione, che è consapevole della sua difficoltà e se ne lamenta.
A chi rivolgersi
In caso di dimenticanze frequenti il primo a cui rivolgersi è il medico di base che, generalmente, invia al neurologo. Questo esegue un esame obiettivo neurologico, richiede esami del sangue e in caso di situazioni poco chiare anche altri, come una Tac. Erroneamente però si fa poco ricorso al neuropsicologo, uno specialista in grado di fare una valutazione neuropsicologica, cioè di valutare, secondo metodi scientifici, il grado di attenzione, memoria e la capacità di gestire più compiti allo stesso momento. Questa valutazione serve a individuare le aree deficitarie ma anche i punti di forza. A seconda del quadro clinico del paziente, poi, si può optare per una riabilitazione cognitiva, una stimolazione o per un trattamento di potenziamento cognitivo. La riabilitazione cognitiva punta a ripristinare le abilità perse con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e fare ottenere ai pazienti una maggiore autonomia; il potenziamento cognitivo invece si imposta quando sono presenti problemi di memoria legati appunto a fattori di stress o ansia in assenza di patologia neurologica.
Le biotecnologie per migliorare (anche) la memoria
La riabilitazione, che sia essa cognitiva o motoria, può essere supportata da strumenti estremamente sofisticati: non invasivi, sicuri, efficaci e in grado di individualizzare i percorsi terapeutici sulla base delle esigenze e richieste dei pazienti. Il consiglio è di affidarsi a centri specialistici che si occupino di neuroriabilitazione, privati o ospedalieri, che possano contare su un team multidisciplinare.
La tac è uno degli esami utili per studiare l'Alzheimer, non l'unico. Più la TAC è fatta con un macchinario recente (64 o 128 slice le ultime a 256) più l'immagine del cervello può dare informazioni al neurologo. E' oppotruno che suo padre faccia subito un percorso curativo anti ischemie, riabilitazione neurogica ed è fondamentale evitare che questo evento si ripeta perchè potrebbe essergli fatale o portare al coma. Sono eventi gravissimi va subito ospedalizzato e sottoposto ad una serie di esami per controllare sistema cardiocircolatorio ecc.
Pensare a voce alta e ben diverso da avere difficoltà a trovare le parole. Hai fatto qualcosa?
Non credo, non risultano casi in letteratura
La verita' vince su tutto, senza far molte pressioni psicologiche, in un tono disinteressato, è sempre meglio dir la verita', magari anche scherzando, ma è e importante che l'ammalato riconosca la realta' circostante, come faccio da ben 4 anni con mia madre che soffre di un progressivo declino Cognitivo!