La brutalità di un omicida che uccide a coltellate non solo la fidanzata tradita ma anche il figlio che porta in grembo si commenta da sola, e...
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Uno studio apparso su Jama Psychiatry mostra la maggiore efficacia della terapia elettroconvulsivante rispetto alla ketamina per il trattamento...
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La qualità delle relazioni interpersonali nella mezza età è collegata a un rischio inferiore di insorgenza di patologie a lungo termine in età...
Coltivare la gratitudine aiuta negli stati ansiosi e combatte lo stress. Secondo le ricerche, la gratitudine è associata a una migliore sensazione...
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“È come sparare alla croce rossa”, si diceva. Eppure è quello che sta succedendo nei nostri ospedali, visto il triste bilancio degli atti di...
“Buongiorno signora Sonia, ho letto il suo libro: “Pensa Scrivi Vivi. Il potere della scrittura terapeutica” e ne sono rimasta affascinata perché mi...
Non è certo una casualità che si riparli di coppie appena rientrati dalle feste in famiglia. È proprio questo il periodo in cui ritornano gli amanti...
Lo studio della mente umana e dei suoi comportamenti ha da sempre suscitato l’interesse di grandi pensatori. Già i più grandi filosofi, ai tempi...
Le vie si vestono a festa, gli alberi si accendono e nei gruppi di messaggistica istantanea si parla solo dell’ennesima cena da organizzare: eccoli,...
Una comune riunione di condominio dal finale tragico i partecipanti che hanno assistito alla sparatoria di un 57enne. Il commento di Enrico Zanalda,...
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Violenza, aggressività, comportamenti che rasentano quelli di un disturbo ossessivo-compulsivo: sono solo alcuni dei segnali visibili di una...
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Vivere meno e con meno. In principio è stata la pandemia: meno libertà di movimento, meno rapporti sociali, meno scuola, meno lavoro, meno soldi in...
Superare il litio nel trattamento del disturbo bipolare per controllare le fasi intercritiche. Trattare adeguatamente la malattia in fase di mantenimento, una volta superati gli episodi, è indispensabile per prevenire rovinose recidive e garantire al paziente una vita normale. Attualmente, il gold standard della terapia per stabilizzare l'umore è rappresentato dal litio. Ma i dati evidenziano che solo il 30% dei pazienti risponde perfettamente alla terapia; in tutti gli altri casi, si cerca di migliorare i risultati con i cocktail farmacologici (l'associazione tra litio e valproato è molto comune). Un’ipotesi di lavoro interessante emerge dall’ipotesi che nei pazienti bipolari la degradazione del triptofano sia aumentata e che il litio la riduca grazie ai suoi effetti antinfiammatori. Frederike T. Fellendorf e Mirko Manchia - insieme ad altri colleghi del Dipartimento di scienze mediche e salute pubblica dell'Università di Cagliari - hanno confrontato i livelli dei metaboliti del triptofano nel plasma dei pazienti bipolari con quelli dei soggetti sani, per individuare possibili differenze; dopodiché hanno valutato se esistesse una relazione tra la risposta dei pazienti al litio e i livelli delle sostanze summenzionate.
In questo gruppo parliamo dei problemi riguardanti la sfera della psiche. Qui potrai inserire le tue domande,
chiarire i tuoi dubbi,leggere gli articoli
degli specialisti, contattare i medici,segnalare le strutture sanitarie specializzate,
commentare i messaggi degli utenti,
mettere 'mi piace', raccontare la tua esperienza personale e scambiare informazioni con persone che condividono la tua stessa malattia.
La psicologia è la scienza che studia il comportamento degli individui e i loro processi mentali. Tale studio riguarda le dinamiche interne dell'individuo, i rapporti che intercorrono tra quest'ultimo e l'ambiente, il comportamento umano ed i processi mentali che intercorrono tra gli stimoli sensoriali e le relative risposte.Attualmente la psicologia è una disciplina composita, i cui metodi di ricerca vanno da quelli strettamente sperimentali (di laboratorio o sul campo) a quelli più etnograficamente orientati (ad esempio: alcuni approcci della psicologia culturale); da una dimensione strettamente individuale (ad esempio: studi di psicofisica, psicoterapia individuale, etc.), a metodi con una maggiore attenzione all'aspetto sociale e di gruppo (ad esempio: lo studio delle dinamiche psicologiche nelle organizzazioni, la psicologia del lavoro che impiega i cosiddetti "gruppi focali", etc.)
La brutalità di un omicida che uccide a coltellate non solo la fidanzata tradita ma anche il figlio che porta in grembo si commenta da sola, e rappresenta uno dei fatti di cronaca nera più terribili che possono caratterizzare le storie di violenza contro le donne, purtroppo sempre più frequenti. Molte le domande e le paure, dopo questi casi, che riguardano le relazioni amorose. Ad alcune di queste risponde Alessandro Pellizzari, giornalista, scrittore e autore del blog alessandropellizzari.com sulle relazioni amorose e della guida “Love Advisor” (coedizioni Stile Italia Edizioni e Maretti Editore) e ideatore del suo metodo statistico l’Epidemiologia di Coppia.
Chi mente e vive due vite parallele può rivelarsi pericoloso?
“Non tutti gli uomini che mentono e conducono due vite parallele all’insaputa della compagna ufficiale (tanti) sono delle persone pericolose. Ma fuori dagli eventi rilevanti per il diritto penale e senza arrivare all’omicidio e alla violenza fisica, ci sono uomini senza scrupoli e amorali che pongono in essere nei confronti della partner un repertorio di azioni e comportamenti deplorevoli. Esiste un’etica anche nelle storie extraconiugali che non solo va rispettata, ma se violata con certi comportamenti deve mettere in guardia la donna, perlomeno in modo da bloccare la relazione prima che i partner facciano ulteriori danni e portino, per esempio, all’insorgere di malattie psicosomatiche, all’esaurimento o alla depressione”
Quali sono i comportamenti dai quali guardarsi?
“Da esperto di counseling dei sentimenti metto sempre in guardia le mie lettrici da atteggiamenti che io ritengo non pericolosi di per sé stessi, ma che configurano un’amoralità della persona che non può non essere tenuta in considerazione in una relazione. Il motivo è legato al fatto che un certo comportamento o più comportamenti possono rivelare quanto la persona stessa sia disposta ad andare oltre a certe regole, etiche e non, pur di ottenere e mantenere quello che vuole, dimostrando con essi anche che non ama per niente, anche se lo dice. Sono atteggiamenti ripetuti e riconoscibili che ho descritto nel mio ultimo libro Love Advisor, in 30 profili di uomini da evitare, lasciare o sposare”.
Come comportarsi con chi vuole subito un figlio ma poi ti lascia da sola?
“In tema di gravidanza, un uomo che mette incinta la compagna ufficiale e in parallelo l’amante o l’altra donna ignara della storia parallela, denota un non rispetto innanzitutto per la salute delle due donne coinvolte (per esempio per l’eventuale cross-trasmissione di malattie sessuali, se non si usano protezioni), ma anche per la vita del futuro figlio, vittima innocente di certe scelte e bugie. Inoltre, questi entusiasti della “gravidanza senza pensarci troppo” dopo aver convinto la partner ad avere un bambino favoleggiando su un futuro familiare radioso, spesso a cose fatte abbandonano la donna nel momento del bisogno, e di fronte alla decisione se portare avanti la gravidanza o no. Basterebbe questo atteggiamento per diffidare dei facili entusiasmi procreativi di certi uomini”.
Ci sono altri gesti dai tenere d’occhio?
“Anche gesti apparentemente semplici devono mettere in guarda: l’uomo che per esempio propone di avere rapporti sessuali all’amante sotto il tetto coniugale o addirittura nel letto nuziale per comodità o, peggio, cerca di convincere l’amante a frequentare la moglie come amica per evitare sospetti o agevolare la frequentazione clandestina, sono atti che qualificano la vera essenza dell’uomo che si propone come innamorato e pronto a tutto”.
È vero che gli amori tossici fanno ammalare?
“Gli amori tossici con persone sbagliate alla lunga possono portare a malattie psicosomatiche con organi bersaglio, all’esaurimento fisico e nervoso e persino alla depressione, condizioni dalle quali ci si può riprendere solo con l’aiuto di esperti e medici qualificati e non sempre, purtroppo, in tempi brevi. Col rischio aggiuntivo del ritiro sociale e della perdita di lavoro: quante lettrici mi raccontano di aver abbandonato un impiego sicuro e soddisfacente per sfuggire alle attenzioni reiterate di soggetti con pochi scrupoli e nessun rispetto per le donne che dicono di amare”.
Salve. ...dopo aver letto questa storia molto difficile e commovente ...le posso consigliare di riflettere e con l'aiuto di una brava psicologa intraprendere cammino -percorso x cercare di aiutarlo in modo che esca da questo tunnel vizioso. Buona fortuna
Voglio rispondere a Laura, non so se sto postando giusto.... comunque....
Intanto grazie, Laura, per la risposta che non mi aspettavo. Io sono una "vecchietta", una cinquantenne e lavoro in una importante azienda privata. Dodici anni fa ha subito un pesante demansionamento, cosa che è durata dieci anni, trascorsi nell'alienazione totale in ufficio (della serie passare la giornata a guardare il muro) mentre prima ero una responsabile di reparto. In questi dieci anni l'azienda mi ha risarcito in tribunale per ben tre volte, ma solo da poco ha deciso di rimettermi in una posizione se non uguale, almeno decente. Ora sto meglio, ma non amo più il mio lavoro.
Come ti ho detto mi sento sicura solo a casa mia e non accetto mai gli inviti degli amici ad uscire, se mi vengono a trovare allora mi fa piacere. Ho solo un progetto nella mia vita, una casa che si trova in un paese di mare, un po' sperduta, dove spero di trasferirmi al più presto possibile.
Grazie tantissimo della tua risposta, spero che le notifiche mi arrivino un po' prima!!
Che senso avrebbe scappare glela daresti solo vinta, pultroppo ti devo svelare questo segreto tua madre da come hai capito da sola non è perfetta come non lo è nessuno a questo mondo, non giudicarla solo su questo aspetto e renditi migliore di lei dimostrando il tuo amore nonostante le avversioni e le problematiche,le tue amiche non sono le tue spose non ci dovrai passare il resto della vita vedila piuttosto come un opportunità per passare del tempo in compagnia uscire e magari conoscere gente migliore di loro e più affini a te senza aspettarti chissà che da loro. La scuola pultroppo ci siamo passati tutti e al 99% delle persone ha fatto schifo pultroppo è così anch'io ci ho sofferto molto finché non ho capito cosa mi piaceva veramente nella vita ho avuto molte passioni e interessi forse proprio grazie al fatto che odiavo la scuola quindi non potevo svegliarmi la mattina e dire:"ma ci sta solo quello schifo di scuola da fare oggi" e quindi ho cercato qualcosa da amare qualcosa che mi realizzasse,e quando trovi qualcosa che ti piace vedrai che ti verrà anche bene farla e quando sarai soddisfatta per essere brava in qualcosa ti alzerei dicendo:"ok ci sta quello schifo di scuola ma almeno poi torno a casa e posso.." e soprattutto potrai dire a chi ti dice: "guarda stai andando male in matematica" "lo so ma almeno io sono brava in questo,e questo realizzera la mia vita e mi renderà felice" ti lascio con la famosa frase di Steve Jobs agli studenti di Stanford "Stay hungry. Stay foolish" e con le parole di Galimberti prese dai greci che invita a ricercare la popria vera natura,il proprio vero talento,il poprio "dáimōn" "demone'
Buongiorno Dott.ssa Pacelli,
a mio modesto avviso, la dipendenza dalla figura del terapeuta è un aspetto molto 'pesante' nella terapia in quanto il paziente in questo modo anziché trovar una via d'uscita in se stesso trova un sollievo, una risoluzione dei propri problemi in qualcosa di esterno. In questo caso, la dipendenza dal terapeuta potrebbe assomigliare molto a quella che si può avere nei confronti di un farmaco...
..."Quindi penso che la chiave sia più che altro quella relativa al non poter dare una spiegazione alla trasformazione (anche se poi in realtà dal punto di vista fisico tutto ha una spiegazione)"....e forse, aggiungo, a qualcosa che lei non può controllare, o evitare, impedire, come gli alimenti, che deperiscono, muoiono. Lei può superare questo problema affrontandolo con la Psicoterapia, affidandosi a un/a terapeuta di sua fiducia.
Egregio Yuriy, solitamente è il neurologo che valuta la tipologia di mal di testa e anche la cura. Eventualmente determinati terapeuti comportamentale sono in grado, desiderandolo, di lenire la sensazione dolorosa con interventi mirati non farmacologici. Comunque la diagnosi è necessaria
Grazie per le risposte.
Dott Zucconi, infatti il problema che si è creato successivamente riguarda proprio la fiducia nel terapeuta.
Dott Vitagliano, la psicoterapeuta non si è mai preoccupata di informare i componenti del gruppo sulle regole riguardanti la risevatezza.
Il problema poi è anche un altro: ho saputo che si è parlato dei miei problemi da una persona presente al gruppo che però non vuole essere coinvolta in eventuali discussioni.Come fare? Grazie!