“È come sparare alla croce rossa”, si diceva. Eppure è quello che sta succedendo nei nostri ospedali, visto il triste bilancio degli atti di...
“È come sparare alla croce rossa”, si diceva. Eppure è quello che sta succedendo nei nostri ospedali, visto il triste bilancio degli atti di...
“Buongiorno signora Sonia, ho letto il suo libro: “Pensa Scrivi Vivi. Il potere della scrittura terapeutica” e ne sono rimasta affascinata perché mi...
Non è certo una casualità che si riparli di coppie appena rientrati dalle feste in famiglia. È proprio questo il periodo in cui ritornano gli amanti...
Lo studio della mente umana e dei suoi comportamenti ha da sempre suscitato l’interesse di grandi pensatori. Già i più grandi filosofi, ai tempi...
Le vie si vestono a festa, gli alberi si accendono e nei gruppi di messaggistica istantanea si parla solo dell’ennesima cena da organizzare: eccoli,...
Una comune riunione di condominio dal finale tragico i partecipanti che hanno assistito alla sparatoria di un 57enne. Il commento di Enrico Zanalda,...
Viviamo un momento storico sociale, culturale ed emotivo molto delicato e difficile: prima la pandemia, poi la guerra e la crisi economica che sta...
“L’esperienza della terra che trema è una delle più devastanti, perché siamo abituati a confidare nella solidità del terreno su cui poggiamo i piedi...
"Il danno provocato dall'insulto che si basa sulla dimensione estetica e del corpo in questo tipo di discipline crea un danno sia in minorenni che...
Violenza, aggressività, comportamenti che rasentano quelli di un disturbo ossessivo-compulsivo: sono solo alcuni dei segnali visibili di una...
Vite perfette e facce senza difetti: è la realtà a cui ci hanno abituato i social network e che molti utenti cercano di imitare. Una vera e propria...
Durante il sonno, il cervello ripete le azioni eseguite e apprese nel corso della giornata, tanto che si ripresentano vivide le immagini più...
Uno studio condotto dalle ricercatrici A. Romeo, A. Benfante e M. Di Tella del gruppo “ReMind the Body” del Dipartimento di Psicologia, coordinato...
Vivere meno e con meno. In principio è stata la pandemia: meno libertà di movimento, meno rapporti sociali, meno scuola, meno lavoro, meno soldi in...
Superare il litio nel trattamento del disturbo bipolare per controllare le fasi intercritiche. Trattare adeguatamente la malattia in fase di mantenimento, una volta superati gli episodi, è indispensabile per prevenire rovinose recidive e garantire al paziente una vita normale. Attualmente, il gold standard della terapia per stabilizzare l'umore è rappresentato dal litio. Ma i dati evidenziano che solo il 30% dei pazienti risponde perfettamente alla terapia; in tutti gli altri casi, si cerca di migliorare i risultati con i cocktail farmacologici (l'associazione tra litio e valproato è molto comune). Un’ipotesi di lavoro interessante emerge dall’ipotesi che nei pazienti bipolari la degradazione del triptofano sia aumentata e che il litio la riduca grazie ai suoi effetti antinfiammatori. Frederike T. Fellendorf e Mirko Manchia - insieme ad altri colleghi del Dipartimento di scienze mediche e salute pubblica dell'Università di Cagliari - hanno confrontato i livelli dei metaboliti del triptofano nel plasma dei pazienti bipolari con quelli dei soggetti sani, per individuare possibili differenze; dopodiché hanno valutato se esistesse una relazione tra la risposta dei pazienti al litio e i livelli delle sostanze summenzionate.
Con la pandemia, gli italiani anziani si sono dimostrati molto più resilienti dei giovani. Se durante il lockdown, con tutte le sue restrizioni e...
Ansia e disturbi del sonno sono fenomeni in crescita tra gli italiani, una sorta di “effetto collaterale” delle vicende degli ultimi anni, durante i...
Disturbi del sonno, stress, ansia, paura: ad esserne afflitti, dopo la pandemia, sono il 24% dei medici di continuità assistenziale, quasi uno su...
Riportiamo un estratto del libro che si occupa dell’emergenza suicidi Nel nostro Paese, in tempi “ordinari”, considerando l’assenza di un vero...
La pandemia ha prodotto in tutto il mondo, oltre alla morte e alla malattia di decine di milioni di persone, sconvolgimenti sociali ed economici e...
Ci risiamo e come ogni anno il 14 febbraio in tutto il mondo si celebra la festa degli innamorati. C’è chi ha programmato proprio per oggi, il...
Si chiama ‘doomscrolling‘ ed è la tendenza a navigare online e sui social alla ricerca ossessiva di notizie negative. In inglese, infatti, la parola...
E come ogni anno, arriva il momento per tutti noi di pensare ai buoni propositi per l’anno nuovo. Con l’esperienza della pandemia e del lockdown, la...
“Moderate dosi di stress di varia natura, alternate e ritmiche, esercitano effetti benefici sull’organismo attraverso l’attivazione di catene...
In questo gruppo parliamo dei problemi riguardanti la sfera della psiche. Qui potrai inserire le tue domande,
chiarire i tuoi dubbi,leggere gli articoli
degli specialisti, contattare i medici,segnalare le strutture sanitarie specializzate,
commentare i messaggi degli utenti,
mettere 'mi piace', raccontare la tua esperienza personale e scambiare informazioni con persone che condividono la tua stessa malattia.
La psicologia è la scienza che studia il comportamento degli individui e i loro processi mentali. Tale studio riguarda le dinamiche interne dell'individuo, i rapporti che intercorrono tra quest'ultimo e l'ambiente, il comportamento umano ed i processi mentali che intercorrono tra gli stimoli sensoriali e le relative risposte.Attualmente la psicologia è una disciplina composita, i cui metodi di ricerca vanno da quelli strettamente sperimentali (di laboratorio o sul campo) a quelli più etnograficamente orientati (ad esempio: alcuni approcci della psicologia culturale); da una dimensione strettamente individuale (ad esempio: studi di psicofisica, psicoterapia individuale, etc.), a metodi con una maggiore attenzione all'aspetto sociale e di gruppo (ad esempio: lo studio delle dinamiche psicologiche nelle organizzazioni, la psicologia del lavoro che impiega i cosiddetti "gruppi focali", etc.)
“È come sparare alla croce rossa”, si diceva. Eppure è quello che sta succedendo nei nostri ospedali, visto il triste bilancio degli atti di violenza che nel 2022 è arrivato a un totale di 85 casi rispetto ai 60 dell’anno precedente.
“Quello che sta succedendo è il risultato del rifiuto della morte e della sofferenza, sommato allo scadimento della figura del medico - precisa Enrico Zanalda, Presidente della Società Italiana di Psichiatria Forense - che viene messo in discussione perché ritenuto non all’altezza dei risultati attesi dal paziente che è sempre più condizionato dal dr. Google”.
Sin dagli anni ’90 si è assistito a un’aggressione sistematica della figura del medico che era misurabile dall’incremento delle cause contro operatori sanitari ed Ospedali.
“Per impedire che questo fenomeno potesse bloccare l’assistenza, la legge è intervenuta già due volte: prima con la legge Balduzzi e poi con quella Gelli/Bianco. Dall’aggressione mediata dagli avvocati, siamo passati a quella diretta. È stata distrutta la figura istituzionale del medico – prosegue Zanalda - che non è rispettato nonostante sia incaricato di pubblico servizio. Questa è una carica insufficiente a difenderlo dalle aggressioni. Si ripete quanto successo negli anni 70 con la categoria degli insegnanti a cui viene data la colpa dell’insuccesso scolastico dei figli. Anche per i medici è venuto meno quel ruolo sociale che incuteva rispetto: se il malato non guarisce la colpa è del medico o dell’organizzazione sanitaria che non è stata efficiente”.
Si è riunito ieri l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza delle professioni sanitarie e sociosanitarie alla presenza del Ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha sottolineato l’importanza della applicazione della legge 113 del 2020 sulla sicurezza degli operatori. A breve partirà anche il tavolo dedicato ai pronto soccorso, dove si verificano con più frequenza i casi di aggressione, per dare risposte concrete in termini di riorganizzazione con particolare attenzione al problema del sovraffollamento.
“La legge 113 del 2020 contiene delle buone proposte per tutelare i professionisti della sanità, anche se tuttavia non è sufficiente perché serve investire sulla professionalità e sulla tecnologia per rendere attrattivo il servizio sanitario. Oggi assistiamo a una fuga dallo stesso – commenta Zanalda - perché lavorarci ha perduto dignità. Inoltre le leggi, oltre che promulgate, vanno poi applicate. Nella Legge 113/2020 è previsto che vi siano dei protocolli tra le ASL e le Forze dell’Ordine ma non mi risulta siano stati applicati. Attualmente la gran parte delle aggressioni (verbali e non solo), non vengono denunciate perché è il sanitario che deve effettuare l’esposto. Questo oltre che un’ulteriore perdita di tempo, rende il medico visibile all’autore del reato che potrebbe in futuro effettuare delle ritorsioni. Numerosi sono gli operatori sanitari che hanno il timore ad esporsi presentando la denuncia”.
I luoghi più colpiti sono i centri di medicina d'urgenza e psichiatria. Nella classifica delle segnalazioni giunte, dopo Puglia e Sicilia a quota 20, seguono Toscana (8), Campania e Piemonte (7), Lombardia (6), Calabria (5).
“La malattia, specie se acuta, determina uno sconvolgimento emotivo oltre che nel malato anche nelle persone vicine a lui. Quando i pazienti giungono in Pronto Soccorso accompagnati dai parenti, il livello emotivo è molto elevato. Aumenta ancora di più quando si tratta della salute dei figli o della donna in gravidanza. Basta una piccola incomprensione o un ritardo in una risposta organizzativa per determinare l’aggressione. Nei reparti di psichiatria invece – continua Zanalda - la questione è legata soprattutto alla mancanza di consapevolezza della malattia che, se presente, determina una mancata collaborazione alle cure e talvolta il rifiuto delle stesse. Questi aspetti poi vengono talvolta enfatizzati dalla scarsa diffusione culturale delle problematiche collegate alla salute mentale”.
L’Osservatorio ha sottoposto all’attenzione del ministro le principali problematiche su cui sono impegnati i gruppi di lavoro (raccolta dei dati per un monitoraggio puntuale, collaborazione con le regioni, campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini per una maggiore consapevolezza del rapporto di fiducia con i medici e gli operatori sanitari, formazione per il personale sanitario).
“Ritengo che siano iniziative lodevoli se accompagnate a un corretto investimento di risorse per il Servizio Sanitario Pubblico. Viceversa saranno dei palliativi che non giungono all’essenza del problema. Bisogna permettere ai professionisti della salute di operare in condizioni ottimali sia come ambiente che come condizioni di lavoro. La salute è il bene principale di tutte le persone e bisogna che investiamo sull’organizzazione in modo che torni a essere attrattiva. Le ultime notizie di cronaca – conclude Zanalda - riportano il reclutamento di medici cubani presso alcuni ospedali del nostro territorio: non è così che si risolve il problema dei gettonisti in Pronto Soccorso. Premiamo economicamente il personale che lavora in condizioni svantaggiate come orari e luoghi, determinando così il desiderio di lavorarci da parte di chi si laurea e specializza”.
Salve. ...dopo aver letto questa storia molto difficile e commovente ...le posso consigliare di riflettere e con l'aiuto di una brava psicologa intraprendere cammino -percorso x cercare di aiutarlo in modo che esca da questo tunnel vizioso. Buona fortuna
Voglio rispondere a Laura, non so se sto postando giusto.... comunque....
Intanto grazie, Laura, per la risposta che non mi aspettavo. Io sono una "vecchietta", una cinquantenne e lavoro in una importante azienda privata. Dodici anni fa ha subito un pesante demansionamento, cosa che è durata dieci anni, trascorsi nell'alienazione totale in ufficio (della serie passare la giornata a guardare il muro) mentre prima ero una responsabile di reparto. In questi dieci anni l'azienda mi ha risarcito in tribunale per ben tre volte, ma solo da poco ha deciso di rimettermi in una posizione se non uguale, almeno decente. Ora sto meglio, ma non amo più il mio lavoro.
Come ti ho detto mi sento sicura solo a casa mia e non accetto mai gli inviti degli amici ad uscire, se mi vengono a trovare allora mi fa piacere. Ho solo un progetto nella mia vita, una casa che si trova in un paese di mare, un po' sperduta, dove spero di trasferirmi al più presto possibile.
Grazie tantissimo della tua risposta, spero che le notifiche mi arrivino un po' prima!!
Che senso avrebbe scappare glela daresti solo vinta, pultroppo ti devo svelare questo segreto tua madre da come hai capito da sola non è perfetta come non lo è nessuno a questo mondo, non giudicarla solo su questo aspetto e renditi migliore di lei dimostrando il tuo amore nonostante le avversioni e le problematiche,le tue amiche non sono le tue spose non ci dovrai passare il resto della vita vedila piuttosto come un opportunità per passare del tempo in compagnia uscire e magari conoscere gente migliore di loro e più affini a te senza aspettarti chissà che da loro. La scuola pultroppo ci siamo passati tutti e al 99% delle persone ha fatto schifo pultroppo è così anch'io ci ho sofferto molto finché non ho capito cosa mi piaceva veramente nella vita ho avuto molte passioni e interessi forse proprio grazie al fatto che odiavo la scuola quindi non potevo svegliarmi la mattina e dire:"ma ci sta solo quello schifo di scuola da fare oggi" e quindi ho cercato qualcosa da amare qualcosa che mi realizzasse,e quando trovi qualcosa che ti piace vedrai che ti verrà anche bene farla e quando sarai soddisfatta per essere brava in qualcosa ti alzerei dicendo:"ok ci sta quello schifo di scuola ma almeno poi torno a casa e posso.." e soprattutto potrai dire a chi ti dice: "guarda stai andando male in matematica" "lo so ma almeno io sono brava in questo,e questo realizzera la mia vita e mi renderà felice" ti lascio con la famosa frase di Steve Jobs agli studenti di Stanford "Stay hungry. Stay foolish" e con le parole di Galimberti prese dai greci che invita a ricercare la popria vera natura,il proprio vero talento,il poprio "dáimōn" "demone'
Buongiorno Dott.ssa Pacelli,
a mio modesto avviso, la dipendenza dalla figura del terapeuta è un aspetto molto 'pesante' nella terapia in quanto il paziente in questo modo anziché trovar una via d'uscita in se stesso trova un sollievo, una risoluzione dei propri problemi in qualcosa di esterno. In questo caso, la dipendenza dal terapeuta potrebbe assomigliare molto a quella che si può avere nei confronti di un farmaco...
..."Quindi penso che la chiave sia più che altro quella relativa al non poter dare una spiegazione alla trasformazione (anche se poi in realtà dal punto di vista fisico tutto ha una spiegazione)"....e forse, aggiungo, a qualcosa che lei non può controllare, o evitare, impedire, come gli alimenti, che deperiscono, muoiono. Lei può superare questo problema affrontandolo con la Psicoterapia, affidandosi a un/a terapeuta di sua fiducia.
Egregio Yuriy, solitamente è il neurologo che valuta la tipologia di mal di testa e anche la cura. Eventualmente determinati terapeuti comportamentale sono in grado, desiderandolo, di lenire la sensazione dolorosa con interventi mirati non farmacologici. Comunque la diagnosi è necessaria
Grazie per le risposte.
Dott Zucconi, infatti il problema che si è creato successivamente riguarda proprio la fiducia nel terapeuta.
Dott Vitagliano, la psicoterapeuta non si è mai preoccupata di informare i componenti del gruppo sulle regole riguardanti la risevatezza.
Il problema poi è anche un altro: ho saputo che si è parlato dei miei problemi da una persona presente al gruppo che però non vuole essere coinvolta in eventuali discussioni.Come fare? Grazie!